Lavorare all'osteria del borgo; lavare nel Sile tovaglie e tovaglioli di un caffè di Treviso: il racconto di Assunta Vigo, 1906, moglie di un piccolo commerciante-artigiano del vecchio borgo di S. Angelo. Registrazione di Camillo Pavan, S. Angelo di TV, 19 gennaio 1985, cassetta 1985.05b da 11:49.
Dialoghi in dialetto veneto di Treviso.
Contenuto (trascrizione originale)
Audio integrale (su YouTube)
Lavandaie sul Sile (YT, brano selezionato) - con trascrizione
Sintesi dell'intervista con link che rimandano all'audio integrale su YouTube
Alla conversazione sono presenti, e di tanto in tanto intervengono “in aiuto” alla mamma, i figli Bruno, Mariano e Milena Bonaventura https://youtu.be/oDY_tso8-I8.
0:06 – Cosa bevevano ‘sti omeni? Che vino c’era? / (Figlio) – Raboso. (Assunta) – Di tutte le sorti.
03:28 – Che giochi c’erano? / Giochi di bocce e borella
– Carte, cosa giocavano? / (Assunta) - Carte di quelle comuni. / (Figlio) – “Scarabocio”, tresette, scopa.
06:01 – Cosa facevate da mangiare?/ Trippe, formaggio e salami [..] baccalà. (Bruno) – “Pastasutte”. […] (Assunta) – Veniva tanta gente. Pieni i giochi, i contadini – me lo ricordo sempre – tutti con le camicie celesti. ‘Sti bei omeni a giocare la borella, [alla domenica pomeriggio] venivano fuori dal vespro e tutti qua venivano, [all’osteria] da Genio De Santi … con le camicie celesti, ‘sti bei omenati, gli Artusi…
07:26 Quella volta che me zio Memi, poareto, era nascosto e sono venuti i fascisti…
08:12 Brano sul suo lavoro di lavandaia [vedi YouTube “Lavandaie sul Sile… ” https://youtu.be/hfM4sXwwu0o ]
15:08 – Cosa mangiavate [in famiglia]? / Quello che c’era, “poenta e fighi, renga [aringa]” … i contadini stavano meglio, avevano la polenta, avevano il vino, avevano le besti, “Noaltri pori cani cossa gaveimo”? / […] (Bruno) Non vedevamo l’ora di andare dai contadini a “bàta in machina” [a trebbiare il frumento] per mangiare bene […] ammazzavano le oche, le anatre, facevano il brodo […] salame e vin bon.
15:44 I contadini ci chiamavano e andavamo; gli occorreva tanta gente. C’era [da tagliare a mano] il “formento co a messora” [col falcetto], boia can!
16:26 (Milena). Si andava a raccogliere nelle siepi fascinette di legna tutta piena di spine e venivo a casa con le mani sanguinanti […] e quante volte ci facevano correre i contadini, quando ci trovavano nei campi.
18:21 (Milena) Eh, ha fatto una vita, mia mamma! Mia mamma, come tante altre…
(Assunta): Si andava a letto con la pietra [riscaldata] e con il berretto di lana, perché eravamo sotto i coppi, si dormiva nella soffitta. Che vite [in 8 persone], nella casa vecchia, piccola.
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Una stanza della soffitta nel borgo di S. Angelo dove dormiva la fam. Bonaventura. Conservati due violini di Antonio Bonaventura, 1903, marito di Assunta Vigo. Foto 20.1.1985. |
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Antonio Bonaventura, Assunta Vigo e i loro cinque figli Ada, Bruno, Mariano, Milena e Germano. Stato di famiglia presente nel libretto di lavoro di Antonio rilasciato l'8 settembre 1941 quando, dopo il periodo trascorso in guerra come caporale del 26° Rgt. Artiglieria di Corpo d'Armata, fu assunto come guardia notturna dalla Cassa di Risparmio della Marca Trivigiana, dove rimase in servizio fino al 24 aprile 1962. |
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Antonio Bonaventura, Sant'Angelo di Treviso 1903. Dal suo libretto di lavoro (rilasciato l'8 settembre 1941) risulta non avere la tessera del PNF (Partito nazionale fascista). |
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La prima delle tante cambiali pagate da Antonio Bonaventura quando lavorava in proprio come calzolaio, prima di essere assunto in banca.
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24 gennaio 1941, Zona di guerra. Lettera di Antonio Bonaventura alla moglie Assunta Vigo |
Addì, 24. Gennaio . 941. A. XIX: E.F.
Cara Assunta – Zona di Guerra
La lettera del 15 – Gennaio mi è pervenuta ed apprendo lietamente con piacere tutto il contenuto. –
I miei figli sarebbero contenti di vedermi un sua [tua?] compagnia, per poter festeggiare la mia venuta, accompagnata da un pranzetto, con una bella oca ed una migliore anitra che tieni a mia disposizione. – Speriamo che questa attesa si avverà e vada tutto bene. –
Se eventualmente capitasse ti farò un telegramma. –
Intesi che Ada cresce bene, si allunga mantenendosi alquanto magra; Bruno sempre piccolo come suo Padre, nonché magro, questo non consiste, l’importante è la salute, cosa essenziale in seguito al suo sviluppo; Ad ogni modo anche lui può diventare un Artigliere…. Giorgio sta bene, Milena altrettanto, e Germano rappresenta un vero torretto. –
Questo mi compiace e ne sono soddisfatto. – Anche tu ti sei rimessa e godi ottima salute; benissimo. –
Precedentemente ho avuto un’indisposizione invernale come quelle che mi venivano a casa, ora sono perfettamente guarito, ed in conseguenza di ciò mi è mancato il dolore di denti –
Ho avuto la risposta dal Parroco della lettera inviatagli in ricorrenza del Santo Natale, del Capo d’anno e del l’anno nuovo: lo saluterai ringraziandolo di tutto Cuore. –
Ho esaminato le classi che sono state richiamate, e nel frattempo o osservato l’avventura, l’episodio del Reato Giovanni che al giorno seguente del suo matrimonio gli è giunto la cartolina di precetto. – Povera sposa, poco felice! –
Al sig. Zago [alimentarista, casoin di S. Angelo] ho scritto una bella lettera. Spero l’avrà ricevuta. –
Il tuo fratello Tonin ha risposto
(Segue)
Ho ricevuto anche le due cartoline col panorama
Guarda il n. 207 dell’indirizzo, ciao.
Nota
Cambiali, libretto di lavoro, cartoline e lettere del periodo militare,
giornali d'epoca, un libretto della Cassa Peota attiva a S. Angelo di TV nel 1972
- il tutto conservato con cura da Antonio nella sua soffitta -
mi è stato donato dalla famiglia al termine delle interviste del gennaio 1985.