martedì 24 gennaio 2023

Carmela Boscarato, San Giuseppe di Treviso 1906. Un'infanzia in riva al Sile

Registrazione in dialetto veneto di Treviso effettuata da Camillo Pavan nell'abitazione della testimone

il 20 gennaio 1985. Cassette 1985.12b/1+11a.

All'incontro sono presenti vari familiari, che talvolta intervengono.


Contenuto (trascrizione originale)

Audio integrale (su YouTube)

Menego Caivo, pescatore (YT, brano selezionato) - con trascrizione

Giocare nel Sile (YT, brano selezionato) - con trascrizione

Sotto le bombe, dentro il campanile (YT, brano selezionato) - con trascrizione


Treviso (ovest), Sant'Angelo sul Sile, San Giuseppe - e casa Boscarato - 
in una mappa dell'Istituto Geografico Militare aggiornata al 1923. 


Chiesa parrocchiale di Sant'Angelo (Treviso), foto aerea, 1975.
Oltre il fiume Sile, sulla sx: casa Boscarato.
(Da Sant'Angelo e Santa Maria del Sile, 1200 anni di storia...)


Sintesi dell'intervista con link che rimandano all'audio integrale su YouTube

 

01:47 – Mi dica di quando andava con le anatre […]. / Avevamo una settantina di anatre e noi bambine le portavamo al Sile. […] Le lasciavamo andare lungo il Sile e nella palude […] e poi andavamo in barca a prenderle. 

03:42 – Con Sant’Angelo, con l’altra parte del Sile, avevate dei rapporti? / Sì, mio papà è sempre andato a messa a Sant’Angelo, che il parroco di San Giuseppe ha detto “non lo conosco neanche, quasi” […] andava in barca. / – C’era il pontile? / C’era un pontile di qua e uno di là, appena fuori dalla chiesa. C’era una scalinata, e andavamo a S. Angelo. 

06:50 Il capitello era sul confine fra San Giuseppe e Canizzano… passavamo con le ROGAZIONI, andavamo su per i campi [spiega l'itinerario…] 

La casa di Domenico Bianchin
(Menego Caivo), pescatore del Sile
a San Giuseppe - via S. Agnese, 20.1.1985.
07:41 Menego Caivo, vero nome Domenico Bianchin, pescatore.

[Ascolta il brano con trascrizione integrale: https://youtu.be/8LnrHd6vhGU?t=56 ] 

24:13 – Si poteva bere, l’acqua del Sile? / Ah, glielo dico io: tantissime volte … eravamo in barca e la bevevamo. [Ascolta il brano - con trascrizione integrale - sull’infanzia di Carmela nel Sile – https://youtu.be/nCyKLLg6iW0 ] 

28:11 [Accenna – ma non vuol approfondire e mi fa spegnere il registratore – a un episodio di cui furono protagonisti i fascisti] … «So tutto […] ma se va registrato, mi mettono in prigione, “i me copa”, i fascisti». 

29:00 [Durante l’ultima guerra], “quando suonava l'allarme andavamo dentro al campanile di S. Angelo” … [Ascolta il brano - con trascrizione integrale - “Treviso 1944-45. San Giuseppe e Sant'Angelo sul Sile: sotto le bombe, dentro il campanile” https://youtu.be/-JTu7fupqo0

* Leggi il contenuto dell'intervista nel dattiloscritto originale

https://drive.google.com/file/d/1HvO0fSjx8Ruik56SB4_BD1pavGDs6LPA/view?usp=sharing


Chiesa di Sant'Angelo, fiume Sile, casa Boscarato alla fine di via S. Agnese,
tra la tangenziale e il sedime dell'aeroporto di Treviso. (Google, 2011)

sabato 21 gennaio 2023

Assunta Vigo, Sant'Angelo di TV, 1906 - Osteria da Genio De Santi (borgo di Sant'Angelo vecchio) - Lavandaie del fiume Sile

Lavorare all'osteria del borgo; lavare nel Sile tovaglie e tovaglioli di un caffè di Treviso: il racconto di Assunta Vigo, 1906, moglie di un piccolo commerciante-artigiano del vecchio borgo di S. Angelo. Registrazione di Camillo Pavan, S. Angelo di TV, 19 gennaio 1985, cassetta 1985.05b da 11:49.

Dialoghi in dialetto veneto di Treviso.


Contenuto (trascrizione originale)

Audio integrale (su YouTube)

Lavandaie sul Sile (YT, brano selezionato) - con trascrizione


Sintesi dell'intervista con link che rimandano all'audio integrale su YouTube


Alla conversazione sono presenti, e di tanto in tanto intervengono “in aiuto” alla mamma, i figli Bruno, Mariano e Milena Bonaventura https://youtu.be/oDY_tso8-I8.


0:06 – Cosa bevevano ‘sti omeni? Che vino c’era? / (Figlio) – Raboso. (Assunta) – Di tutte le sorti. 

03:28 – Che giochi c’erano? / Giochi di bocce e borella 

– Carte, cosa giocavano? / (Assunta) - Carte di quelle comuni. / (Figlio) – “Scarabocio”, tresette, scopa. 

06:01 – Cosa facevate da mangiare?/ Trippe, formaggio e salami [..] baccalà. (Bruno) – “Pastasutte”. […] (Assunta) – Veniva tanta gente. Pieni i giochi, i contadini – me lo ricordo sempre – tutti con le camicie celesti. ‘Sti bei omeni a giocare la borella, [alla domenica pomeriggio] venivano fuori dal vespro e tutti qua venivano, [all’osteria] da Genio De Santi … con le camicie celesti, ‘sti bei omenati, gli Artusi… 

07:26 Quella volta che me zio Memi, poareto, era nascosto e sono venuti i fascisti…

08:12 Brano sul suo lavoro di lavandaia [vedi YouTube “Lavandaie sul Sile… ” https://youtu.be/hfM4sXwwu0o ]

15:08 – Cosa mangiavate [in famiglia]? / Quello che c’era, “poenta e fighi, renga [aringa]” … i contadini stavano meglio, avevano la polenta, avevano il vino, avevano le besti, “Noaltri pori cani cossa gaveimo”? / […] (Bruno) Non vedevamo l’ora di andare dai contadini a “bàta in machina” [a trebbiare il frumento] per mangiare bene […] ammazzavano le oche, le anatre, facevano il brodo […] salame e vin bon. 

15:44 I contadini ci chiamavano e andavamo; gli occorreva tanta gente. C’era [da tagliare a mano] il “formento co a messora” [col falcetto], boia can! 

16:26 (Milena). Si andava a raccogliere nelle siepi fascinette di legna tutta piena di spine e venivo a casa con le mani sanguinanti […] e quante volte ci facevano correre i contadini, quando ci trovavano nei campi.

18:21 (Milena) Eh, ha fatto una vita, mia mamma! Mia mamma, come tante altre…

(Assunta): Si andava a letto con la pietra [riscaldata] e con il berretto di lana, perché eravamo sotto i coppi, si dormiva nella soffitta. Che vite [in 8 persone], nella casa vecchia, piccola.


Una stanza della soffitta nel borgo di S. Angelo
dove dormiva la fam. Bonaventura.
Conservati due violini di Antonio Bonaventura, 1903,
marito di Assunta Vigo. Foto 20.1.1985.

Antonio Bonaventura, Assunta Vigo e i loro cinque figli
Ada, Bruno, Mariano, Milena e Germano.
 Stato di famiglia presente nel libretto di lavoro di Antonio 
rilasciato l'8 settembre 1941 quando, dopo il periodo trascorso in
guerra come caporale del 26° Rgt. Artiglieria di Corpo d'Armata,
fu assunto come guardia notturna dalla Cassa di Risparmio della Marca Trivigiana,
dove rimase in servizio fino al 24 aprile 1962. 


Antonio Bonaventura, Sant'Angelo di Treviso 1903.
Dal suo libretto di lavoro (rilasciato l'8 settembre 1941)
risulta non avere la tessera del PNF (Partito nazionale fascista).


La prima delle tante cambiali pagate da Antonio Bonaventura quando
lavorava in proprio come calzolaio, prima di essere assunto in banca.


24 gennaio 1941, Zona di guerra.
Lettera di Antonio Bonaventura alla moglie Assunta Vigo



Addì, 24. Gennaio . 941. A. XIX: E.F.

 

Cara Assunta – Zona di Guerra

La lettera del 15 – Gennaio mi è pervenuta ed apprendo lietamente con piacere tutto il contenuto. –

I miei figli sarebbero contenti di vedermi un sua [tua?] compagnia, per poter festeggiare la mia venuta,  accompagnata da un pranzetto, con una bella oca ed una migliore anitra che tieni a mia disposizione. – Speriamo che questa attesa si avverà e vada tutto bene. –

Se eventualmente capitasse ti farò un telegramma. –

Intesi che Ada cresce bene, si allunga mantenendosi alquanto magra; Bruno sempre piccolo come suo Padre, nonché magro, questo non consiste, l’importante è la salute, cosa essenziale in seguito al suo sviluppo; Ad ogni modo anche lui può diventare un Artigliere…. Giorgio sta bene, Milena altrettanto, e Germano rappresenta un vero torretto. –

Questo mi compiace e ne sono soddisfatto. – Anche tu ti sei rimessa e godi ottima salute; benissimo. –

Precedentemente ho avuto un’indisposizione invernale come quelle che mi venivano a casa, ora sono perfettamente guarito, ed in conseguenza di ciò mi è mancato il dolore di denti –

Ho avuto la risposta dal Parroco della lettera inviatagli in ricorrenza del Santo Natale, del Capo d’anno e del l’anno nuovo: lo saluterai ringraziandolo di tutto Cuore. –

Ho esaminato le classi che sono state richiamate, e nel frattempo o osservato l’avventura, l’episodio del Reato Giovanni che al giorno seguente del suo matrimonio gli è giunto la cartolina di precetto. – Povera sposa, poco felice! –  

Al sig. Zago [alimentarista, casoin di S. Angelo] ho scritto una bella lettera. Spero l’avrà ricevuta. –

Il tuo fratello Tonin ha risposto

(Segue)

Ho ricevuto anche le due cartoline col panorama

Guarda il n. 207 dell’indirizzo, ciao.


Nota

Cambiali, libretto di lavoro, cartoline e lettere del periodo militare,

giornali d'epoca, un libretto della Cassa Peota attiva a S. Angelo di TV nel 1972

- il tutto conservato con cura da Antonio nella sua soffitta -

mi è stato donato dalla famiglia al termine delle interviste del gennaio 1985.


lunedì 16 gennaio 2023

Bruno Bonaventura (Cicci Modesto), 1930 - I ragazzi del Borgo di Sant'Angelo vecchio, Treviso


Nuotare, tuffarsi nel fiume dagli alberi, pescare, gironzolare con la barca, raccogliere erbe palustri: i divertimenti dei ragazzi del borgo di Sant'Angelo sul Sile (Treviso) negli anni '40.

Testimonianza in dialetto di Bruno Bonaventura (Cicci Modesto), agente di commercio, 1930, registrata il 14 gennaio 1985 nella sua abitazione. Cassetta 1985.05a+ b (inizio)


Contenuto (trascrizione originale)

Contenuto (trascrizione del 2011)

Audio integrale (su YouTube)

La spiaggia di Sant'Angelo (YT, brano selezionato) - con trascrizione integrale


Dicembre 1984 - Il borgo di Sant' Angelo vecchio
(Treviso, via Papa Leone III), dal campanile.

Dicembre 2004 - Il borgo di Sant' Angelo vecchio
(Treviso via Papa Leone III), dal campanile.


Sintesi dell'intervista con link che rimandano all'audio integrale su YouTube


03:17 - Lei si ricorda quando attorno alla chiesa c'era il cimitero?

Se mi ricordo? Ho visto anche quando tiravano su gli ossi, le teste […] e quando il prete ha detto che chi voleva poteva venir prendere su gli ossi dei suoi morti ... “rincurarseli” e metterli su una cassetta.

07:38 Una volta venivano richieste le canèe (canne palustri - Phragmites australis) per fare le scope ... le vendevamo a quelli che passavano a raccoglierle.

Un tuffo nel Sile presso la chiesa di Sant'Angelo.
13:00 [Bèi Beteti] si tuffava nel Sile dalla pioppa che c'era all'angolo della chiesa [...] che sarà stata alta venti metri [!]

13:48 "I ragazzi del Borgo" [...] si tuffavano dal ponte dei mulini [di Mure-Canizzano] e venivano avanti nuotando in sette otto.

15:08 Andavamo a rubare i peperoni e le melanzane, le prugne e l'uva ai Boscarati, di là del Sile [a San Giuseppe].

18:14 Andavamo ai mulini [di Canizzano] in bicicletta, con Guerrino, il fratello di Rafael. Si montava in tre quattro sulla sua bicicletta, e ai mulini, dove ora c'è l'osteria, c'era un canaletto che comunica col Sile profondo un metro, il posto esatto per imparare a nuotare.

25:17 – Chi erano i pescatori?

Erano i vecchi … Genio Artuso, Amadio che chiamavamo Aséo: Toni Aséo che stava nella casa vecchia dei Furlani, Tilio Artuso che prendeva di quei lucci che alle volte li metteva qua in osteria con un limone in bocca, e li metteva al lotto…

38:32 – Che rapporti avevate con i contadini, con l’altra parte del paese che per la maggior parte erano contadini?

Pochi rapporti

– Vi guardavate male, li prendevate in giro, baruffe…?

Non proprio. Quando c’era tanta carestia si andava per i campi a prendersi delle patate, dell’uva, ciliegie, robe così, da ragazzi.



Utilizzo dell'intervista a Bruno Bonaventura in
Drio el Sil, di Camillo Pavan, 1985, pp. 168-171