lunedì 27 ottobre 2014

Gelindo Bettiol, 1912, e altri barcari

Registrata il 13 maggio 1988 alla Conca di Portegrandi - Cassetta 1988.25a

Sintesi
Barcaro sul Sile per conto delle fornaci Caberlotto e Bertoli, ghiaia Barina, ecc.
Quando mancava il vento, i barcari scendevano sull'argine a tirare il barcone con la sèngia.
Caricare lo strame in barena. Necessità di alaggio/attiraglio umano.
Spiega dove finisce il Sile in laguna.
Per diminuire la difficoltà di risalire il fiume dalla valle di Veronese fino a Portegrandi, si chiudeva (abusivamente) il Businello in modo di aver meno corrente contraria.
Bisognava arrangiarsi, niente cavalli. Lo stesso avveniva a Caorle.


0:03 – Lei è nato qua? / No, a Treviso sono nato. Mi hanno portato a Casale quando avevo 2 anni – Ma non è tra i nomi dei barcari… / Come no! [Ho lavorato per] Barina, per Bertoli, Caberlotto[…] 
01:02 TRASPORTO DELLO STRAME dalle barene alla conca di Portegrandi / Dopo, quando “caricavamo di strame”, i contadini stessi tiravano le barche, le tiravano fino qua a Portegrandi / – I contadini, non voi / Anche noi: se eravamo da soli in barca, ci toccava arrangiarsi – Perché i cavalli non potevano venire? Fino a qua [alla conca] potevano venire i cavalli, e dopo basta … poi è privato [Poco chiaro … ma si parla di barche che andavano in barena a raccogliere strame] Era privato, sotto Veronese […] 
01:37 (Altra persona): Comunque, fino a Portegrandi venivano più spinte a vela, le barche. Dopo, da Portegrandi in là, avevamo i cavalli […] Quando non c’era vento ci toccava arrangiarsi e tirarle 
01:56 – Mi racconti […] dei ghebi… Com’era? Mi racconti bene / Per venire avanti con la barca saltavamo i ghebi nuotando o camminando o passando col battello che avevamo legato dietro la barca […] finché arrivavamo alla Dolza qua, in terraferma; venivamo avanti tirando la barca […] – Questo succedeva […] quando non c’era vento, in poche parole 
– Il punto preciso in cui finisce la terraferma e inizia la laguna si chiama “La Dolza”? 
Sì. 
(Altra persona): Dove c’è la bilancia grande… 
 – Dove c’è l’incontro fra l’acqua salata e quella dolce… Torcello e poi Burano 
03:06 DALLA LAGUNA VERSO LA CONCA DI PORTEGRANDI Se la barca era vuota, in qualche maniera, col crescente del mare si veniva avanti, ma se la barca era carica […] non si era capaci di venire avanti tirando e allora venivamo qua a fermare l’acqua del Businello […] che sarebbe stato proibito. 
03:31 – Come “fermare l’acqua del Businello”? / La spinta dell’acqua di quello scarico là (il Businello) che serve per cambiare l’acqua, perché non si marcisse, perché non venisse la malaria. Si veniva qua a chiuderlo, segretamente. L’acqua si fermava e in 2 ore, dalla valle dove c’è Veronese e c’era la barca, si veniva su. E quando eravamo arrivati si apriva nuovamente [il Businello] e si lasciava andare l’acqua … Generalità dell’intervistato: [Bettiol Nino] Gelindo di nome, classe 1912… 
 – Il signore qua, invece?… Parpinel (…), classe 1932 
04:22 (Barcaro Parpinel, classe ‘32): Noi da Ferrara, tutto lungo il PO, a caricare frumento per Stucky. Una volta che si andava al mulino di Stucky a VE […] si andava per tutti i fiumi, perché facevamo mercati, Padova… con le barche, perché non c’erano camion e a caricare si andava fino a Cervignano […] Tutti i fiumi, anche a Precenicco [sullo Stella], si andava a caricare anche là il frumento … andavamo a prelevarlo e lo si controllava col campione, per evitare contestazioni […] 
05:43 – Questo tratto … [barene, agenzia Veronese] era difficile da fare / A propri mezzi, bisognava arrangiarsi. […] La partenza dei cavalli era qua [a Portegrandi] 
05:57 E lo stesso da Caorle: ci toccava arrangiarsi da Caorle fino a San Gaetano / Sul Lemene si andava a Portogruaro, in Cavanella di Portogruaro a prendere le barche cariche di terra per fare il “còncime” [barche dell’armatore Vianello di Portogruaro] 
06:26 – PROVERBI/DETTI DEI BARCARI – Con lo stucco [per i burci] com’è? / “Stucco e pittura fa bella figura” / – E quella di Venezia, com’è? / “Chi vol vedar Venessia intera, istà ala mattina inverno ala sera” […] / – Perché? / Perché la secca grande del mare è d’estate [al mattino]; invece d’inverno è … alla sera, tutto al contrario 
07:18 PORTEGRANDI. APERTURA MANUALE DELLA CONCA – Quanti anni fa? / Dopo la guerra ‘15–‘18 / Come funzionava? / A mano, là c’era un verricello, a mano, con la catena, si girava… mollavi l’acqua e [aprivi] le porte. Si tirava su lo sportello, si riempiva il vaso e quando [l’acqua] era pari si apriva, a mano, così… [ per passare dall’altra parte] 
07:40 – Il verricello c’è ancora? / È lo stesso posto dove ci sono le valvole… adesso premono il bottone / – Lavoravano a mano… / A mano, a mano. Delle volte, di notte, ci arrangiavamo anche noi, quando loro [i “portinari”] dormivano / Senza chiamarli… […] 
08:11 – Quando hanno sistemato [la conca] … nel 1939, come è scritto nella lapide, hanno cambiato i massi di pietra? / Li hanno rinnovati … aggiustato, restaurato / – Hanno restaurato il più grosso, non che abbiamo rifatto tutto il vaso / No, ma lo hanno seccato [prosciugato]. Eh sì, perbacco: hanno fatto i casseri a cinquanta metri, di qua e di là. E lo stesso hanno fatto nel 1927: pulito e messo le porte in legno. Allora si andava [a Venezia] per il Cavallino. Due volte sono andato di là, io. Dopo un anno che avevo iniziato a fare il barcaiolo e…

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